Difendiamo la libertà di parola: Cittanet propone due soluzioni

Come difendere la libertà di stampa? Cittanet vi propone due possibili soluzioni

“Se ciascuno di noi curasse un proprio blog, otterremo due grandi miglioramenti.

In primo luogo ciascuno di noi potrebbe comunicare la propria anima, è troppo, lo so, ma mi è rimasto tempo solo per le cose che voglio fare.

In secondo luogo (un po’ meno mistico) ciascuno di noi, più o meno consapevolmente, sarebbe artefice della propria attuazione dell’Articolo 21 della Costituzione Italiana. Di quella libertà di espressione e di stampa in cui il nostro Paese non sembra essere campione.”

In poche semplici righe scritte dal nostro Editore, Antonio Cilli,  è stata spiegata la mission di Cittanet: promuovere la libertà di stampa.

In che cosa consiste la libertà di stampa?

La libertà di stampa è un diritto che ogni Stato di diritto, assieme agli organi d’informazione, dovrebbe garantire ai cittadini ed alle loro associazioni, per assicurare l’esistenza della libertà di parola e della stampa libera.

Negli Stati di diritto, il principio di libertà di stampa implica che tutte le persone debbano avere il diritto di esprimersi tramite lo scritto o qualsiasi altro modo di espressione delle opinioni personali.  Questi principi vengono in genere accompagnati da una legislazione che assicura vari gradi di libertà di parola, che comprendono pubblicazione, stampa, editoria e ricerca scientifica, che si spingono fin dove permette il combinato disposto di queste leggi con il sistema legale del paese, basato sulla costituzione come fonte primigenia del diritto.

Tutto questo per dire quanto sia importante la libertà di stampa, quanto sia importante poter esprimere la propria opinione a prescindere da ciò che pensa la massa. Il diritto di parola permette di essere la “pecora nera” del gregge, quella voce fuori campo, con un’importanza fondamentale per incentivare il dibattito pubblico.

John Milton: il precursore della protezione della libertà di parola

” Mentre sia debitori che delinquenti possono camminare liberamente senza essere vigilati, dei libri inoffensivi non possono essere stampati senza un bollo-secondino ben visibile sotto il loro titolo.” 

Periodo storico: Regno Unito tra ‘600 e ‘700. Per poter pubblicare ogni tipo di libro era necessario avere una bolla governativa. Anche se la necessità di avere una licenza era facilmente “deviata”, attraverso comportamenti eversivi per l’epoca, l’immagine che un governo debba decidere cosa e come pubblicare è molto forte.

L’idea di Milton è ben precisa, una polemica contro una pratica di censura.  L’individuo è capace di utilizzare la ragione per saper distinguere il bene dal male, il corretto dall’incorretto. Per poter sviluppare la capacità di esercitare questa abilità razionale nel modo giusto, l’individuo deve avere un accesso illimitato alle idee degli altri suoi concittadini in un “libero ed aperto incontro”. Negli scritti di Milton si sviluppa il concetto della “piazza del mercato aperto delle idee”: “quando le persone espongono argomenti discordanti oppure opposti, i buoni argomenti prevalgono“.

Cosa fa Cittanet per creare  un dibattito pubblico?

La difesa della libertà di parola resta per Cittanet la mission principale, il Big Bang che ha creato il mondo .Net. “Eliminare” la voce mainstream, creare un coro di voci, ognuno con il proprio modo di vedere e di pensare, ognuno con la sua qualità, ognuno a modo suo.

E’ proprio la presenza di tutti i colori, che rende l’arcobaleno uno delle più belle opere naturali.

E come fare allora per preservare la libertà di parola?

Cittanet ha pensato a delle soluzioni, di cui vi abbiamo parlato già diverse volte. Tutte e due le soluzioni hanno in comune il concetto di partecipazione e condivisione, pilastri per il mondo del web.

La prima soluzione ha “un nome e un cognome”: il giornalismo partecipativo. Si parla di User Generated Contet, la possibilità che i cittadini stessi creino dei contenuti. Il giornalismo partecipativo potrebbe essere una soluzione alla crisi dell’editoria, alla voglia dei cittadini di raccontarsi, di denuncia, alla condivisione che sulla rete la fa da padrone. In cosa consiste il giornalismo partecipativo? L’abbiamo spiegato in questo articolo, “Il giornalismo partecipativo una soluzione alla crisi della stampa”.

La seconda soluzione è la creazione di un blog. Creando uno strumento di proprietà potrete essere editori di voi stessi, definire voi le vostre regole della comunicazione, definire gli appuntamenti, gli argomenti, siete voi a decidere ogni singolo dettaglio della vostra comunicazione. Con l’apertura di un blog si apre davanti a voi la piena libertà di parola, di pensiero e di opinione. Se non siete convinti e avete voglia di capire qualcosa in più su questa idea del blog, leggete questo articolo “Diventare editori di se stessi, superare la crisi editoriale con il blog”.

La libertà è una questione seria, e nella nuova era, dove tutto è possibile, dobbiamo prendere in mano la nostra vita e stravolgerla.

 

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