Un libro carico di nozioni e curiosità, analisi, e approfondimenti. Il libro “Suspense” di Stefano Calabrese è un’ analisi approfondita di una delle strategie più antiche del mondo.
La suspense diventa, per Calabrese, non solo una strategia narrativa nata con l’invenzione della stampa, ma un “legame emittente e destinatario in un patto equivoco ed esteticamente artefatto di identificazioni empatiche.”
Nel libro, infatti, oltre ad un’approfondita regressione sull’utilizzo della suspense, con il soffermarsi su tre grandi maestri del passato, come Edgar Allan Poe, Arthur Conan Doyle e Alfred Hitchcock,risulta essere una vera e propria analisi su cosa sia la suspense, la sua utilità, e la differenza con la sorpresa.
“Finita l’epoca dell’ascoltatore, con l’invenzione del torchio gutenberghiano alla metà del XV secolo inizia quella del lettore, con le sue capacità, incomparabilmente potenziate rispetto alle culture e oralità primarie, di mettere in memoria una storia rileggendo i passi meno chiari, di rallentare la lettura per riflettere sugli snodi più oscuri, di governare il fluire del racconto senza essere più costretto a decodificarlo nel momento stesso in cui lo percepisce.”
La suspense analizzata come un legame indissolubile tra lettore e scrittore, una “forma di manipolazione delle passioni del lettore”, un modo per lo scrittore di decidere quanto e come coinvolgere il lettore nella storia.
Il libro si sofferma molto sulla nascita della suspense, del suo carattere “più freddo”, del suo modello indiziario, quasi matematico, per poi approdare in un terreno “più caldo”. Il libro di Calabrese è ricco di riferimenti, di esempi, di confronti, che aiutano la comprensione del testo e l’importanza di questa strategia narrativa. Soprattutto se questa è presente non solo sui libri, ma anche nei videogame e nelle pubblicità. Si parla infatti delle teaser campaign o dell’amatissimo commissario Montalbano.
Un mix di analisi letteraria, psicologica o comunicativa, un mix assolutamente da leggere!
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