Fake News, fai come Luca Donadel: diventa protagonista dell'informazione

Soluzione alle Fake News? Diventare protagonisti dell’informazione, come Luca Donadel

Questo articolo nasce per caso. Mi ritrovo a guardare una puntata di “Coffee Break” del 16 settembre in onda sulla 7, tutta dedicata alle Fake News. Una prima cosa mi salta in mente: da quando non si parla più di Fake News? Dopo il boom con la Brexit, l’elezione di Trump e il referendum italiano, l’argomento sembra assopito, o quasi.

Le Fake News: un problema ancora attuale?

Nel mondo “intellettuale” è più attivo che mai, ma lo zapping televisivo o la rassegna stampa quotidiana, hanno completamente dimenticato il fenomeno.

Cittanet ha già trattato il tema delle Fake News, sia in post precedenti, che nel libro in uscita da quest’anno, scritto dal Co-fondatore Antonio Cilli,  “Infomakers, Editori, Giornalisti, Blogger ai tempi della post-verità”.

Per dirla all’italiana, quando parliamo di Fake News trattiamo quelle notizie non vere, quelle che aizzano i fuochi già bollenti, ma che non hanno un fondo di verità. Eppure, nonostante i media non ne parlino più, di Fake News ne circolano ancora parecchie. Come il caso dei vaccini, o dei migranti che porterebbero delle malattie, per non parlare dei carabinieri stupratori o della violenza avvenuta a Rimini poco tempo fa.

Come sono stati affrontati questi temi? I vaccini sono diventati o un male inevitabile della società se vuole sopravvivere o la causa di tutti i mali; i migranti sono diventati degli stupratori seriali portatori di malattie e le donne dovrebbero andar vestite in una certa maniera se non vogliono essere violentate. E alle Fake News sui migranti Roberto Saviano risponde con un video in cui smonta 10 bufale su questo tema; in risposta il giornalista Paolo Bracalini smonta le 10 risposte di Saviano. Insomma bufale su bufale, chi risponde a cosa, ma chi è che ha ragione? Cosa è vero e cosa non è vero? Come possiamo fare in questo oceano di Fake News?

Combattere le Fake News: come?

Fondamentale è l’intelligenza critica: cercare di leggere con attenzione, capire chi lo scrive, dove viene scritto e per quale motivo; non prendere tutto per oro colato, ma essere critici e puntigliosi. Essere curiosi ed andar fino in fondo alle cose. E perchè no? Dire la propria. Nel citato appuntamento di Coffee Break, si racconta di un ragazzo che da solo denuncia la realtà sui migranti e sulle navi libiche.

L’esempio di Luca Donadel

Il ragazzo in questione si chiama Luca Donadel: ha 23 anni, studia Scienze della Comunicazione a Torino e denuncia e commenta tutto ciò che gli sta più a cuore. Inizia con una pagina Facebook, che ora è arrivata agli 80 mila fan, per poi buttarsi su Youtube sul suo blog: da lì, sia attraverso dei video che attraverso degli articoli, parla di tutto ciò che vuole. Si passa a commenti politici, meritocrazia nelle università e la denuncia sulle Ong che lo ha reso famoso in tutto il web.

Succede 5 mesi fa, in cui il giovane ragazzo spiega la sua dinamica sulle navi libiche: il video si piazza su tutti i social, diventando virale, da non poter essere più ignorato. Il tutto nasce dalla voglia di denunciare i fatti, una sorta di fact checking fatto a casa, che può diventare un modello per tutti. La curiosità lo ha spinto a fare delle ricerche e a condividerle con tutti.

Lo ha fatto Luca, perchè non farlo anche tu? Perchè, invece di soffermarsi su ciò che gli altri dicono, non fare delle ricerche e dire la propria? Internet è democratico, permette a tutti di esprimere la propria opinione, sia sui social che con un blog. Basta avere curiosità e voglia di fare.

Torna su