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Il punto di vista dei ribelli: i “Media Civici” di Luca De Biase

“Per innovare la burocrazia occorre molta energia. Per conservare la situazione esistente ne occorre poca. E soprattutto basta aspettare che gli innovatori si stanchino, vengono trasferiti, vengono promossi”.

Innovazione è la parola chiave del libro di Luca De BiaseI Media Civici, informazioni di mutuo soccorso”. Un libro che guarda la società da un’altra prospettiva: in un’epoca di incertezza e povertà, le società di mutuo soccorso possono essere una buona alternativa?

Partiamo da due concetti fondamentali: cosa sono le società di mutuo soccorso e la descrizione dell’ecosistema dell’informazione italiano.

Le società di mutuo soccorso sono associazioni nate alla seconda metà del XIX secolo; De Biase le descrive così, prendendo uno stralcio di un giornale di quei anni: “Ha per fine l’unione e la fratellanza, il mutuo soccorso e la scambievole istruzione, così di aiutarsi e soccorrersi a vicenda, per mezzo di un individuale contributo, e d’istruirsi nei diritti e doveri del buon cittadino sotto la piena osservanza delle leggi”. De Biase incalza “L’epopea delle società di mutuo soccorso è stata una grandissima prova di rigenerazione sociale basata sull’idea che, di fronte a un presente difficile e a un futuro incerto denso di possibilità tragiche, ci si poteva attrezzare mettendo insieme un po’ delle risorse di ciascuno, risparmiando qualcosa collettivamente, per destinarlo a sostenere chi ne avesse urgente bisogno per resistere ad una crisi, ad una malattia, un impedimento a lavoro, la vecchiaia.”

E’ proprio questa il punto di vista differente di De Biase: all’individuo che nella società si pone primo tra tutti, propone un modello diverso, fatto di solidarietà e di collaborazione. Non si parla di certo di sogni utopici: molti sono gli esempi che Luca De Biase riporta.

De Biase affronta anche il dilemma sull’ecosistema dell’informazione italiana: definito inquinato, “la difesa strenua delle posizioni conquistate [….] è anche conseguenza della mancanza di alternative innovative.” De Biase analizza l’informazione italiana partendo dalle origini, dalla scuola “che insegna ad aver paura di sbagliare”, per poi passare a tutti i tradizionalisti che difendono a spada tratta le loro colonne portanti, non accettando nessun tipo di innovazione.

Ecco qual è il punto: rompere gli schemi, abbandonare o accantonare le categorie del passato, essere i “ribelli”, perchè l’innovatore è sempre un ribelle. E la nostra lotta deve essere di sola conoscenza, perchè “è fatta per renderci liberi, purché noi preserviamo la capacità di decidere.”

E de Biase di conoscenza ne ha, e la “regala” a noi pagina per pagina, con alcuni concetti come l’economia della felicità, l’informazione come bene non rivale, il glocal e così via.

Un libro che apre la mente, che ti sprona a fare, a leggere, ad imparare da un punto di vista, quello dei ribelli.

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