La marcia impetuosa che la Rete corre senza sosta cela il rischio di farci perdere, volando troppo alto senza un aggancio a terra; è ciò che accade quando la prima notizia del giorno, scelta da qualcuno ben lontano da noi, ci parla di qualcosa che non ci interessa direttamente, ma finisce per prendere il posto di pensieri che sarebbero più vicini, se ci fosse qualcuno a dar loro voce.
Ma con Cittanet non si è più succubi di una informazione impacchettata che ci dice cosa provare, cosa pensare, di cosa aver paura. Con Cittanet si scavalca il limite che ci allontana da ciò che accade perché la sua priorità è parlare di ciò che si dirama dal singolo ed è già suo, non imposto dall’alto, o da altri.
Aprire una piattaforma di informazione locale con Cittanet significa imparare a dare voce ai luoghi in cui siamo immersi e che costantemente noi stessi vivifichiamo con le nostre azioni e interazioni, significa affacciarsi dal proprio balcone e guardare con occhio nuovo quel che accade in strada e raccontarlo a chi ne è partecipe, perché quando cambiano gli strumenti, la stessa cosa che ci è sempre sembrata uguale a se stessa assume sfaccettature, significati e potenzialità nuove. La potenzialità più viva è proprio quella della partecipazione del singolo al Tutto.
Gestire una piattaforma di informazione locale in un bacino di 30.000 abitanti significa dar voce ai luoghi e alle persone che quei luoghi riempiono di scambi umani e concreti, significa prendere parte in prima persona alla corsa della Rete senza farsi travolgere, prendere coscienza dei propri strumenti e della capacità che ogni singolo uomo ha di andare altrettanto veloce, prendere consapevolezza che il Web non è un organismo fagocitante le diversità locali ma anzi, l’organismo Web senza le peculiarità locali non è nulla, perché esse sono le cellule operanti che non devono mai rinunciare alla loro dimensione territoriale.
E come disse Carlo Infante: “Piedi per terra e testa nel cloud”!