Dar voce al proprio luogo significa prima di tutto rendersi conto che ogni luogo ha qualcosa da dire, da raccontare. La nostra penisola italica ospita da secoli una congerie variegata di civiltà che hanno non poco influito sull’evoluzione e sulle particolarità di ogni zona geografica. Gli scambi culturali che nei secoli ci hanno messi in contatto tanto all’interno della penisola stessa, quanto a livello europeo e mondiale, ci hanno fatto tanto crescere, è vero, ma non ci hanno tolto le radici.
Siamo un Paese socialmente e politicamente molto giovane, per cui le peculiarità regionali sono forti: i dialetti, le culture culinarie, gli usi ed i costumi in generale. E nel momento in cui il concetto di globalizzazione corre così tanto da rischiare di inglobare queste differenze, che sono soprattutto ricchezze, allora l’atto più deciso che si possa fare è quello di piantarsi a terra, nutrire le radici e raccontare quelle meraviglie uniche e irripetibili che ogni comunità possiede.
L’obiettivo non è affatto quello di isolarsi nelle differenze territoriali, anzi! L’obiettivo è non perdere il contatto con il luogo cui apparteniamo, ma nemmeno ignorare l’aspetto Global dell’informazione: bisogna inserirsi nel flusso e agire in prima persona e bisogna farlo ora, per non perdere l’occasione di equilibrare la corsa della globalizzazione la quale, nelle sue influenze più estreme, rischia di annullare le peculiarità, farci forse volare alto, sì, ma senza uno sguardo alla terra ci si perde. Ogni aquilone va tenuto saldamente, perché forse la vera libertà è quella della sicurezza, della certezza di avere un punto cardine, saldo, di avere un luogo reale cui riferirsi, per poter affrontare quell’apertissimo mondo globale.
Racconta con noi la tua città, datti la possibilità di fare la differenza!