Tutti hanno un profilo su Facebook. C’è il lavoratore, la donna di mezza età con bassa scolarizzazione, il maschio alpha, il prototipo di elettore che vede di buon occhio Trump e Salvini ed il risultato del referendum Brexit, ma anche l’imprenditore, la libera professionista, il laureato.
Nessuno inizia la sua giornata senza guardare Facebook
Nessuno, o quasi, può cominciare la giornata senza dare prima uno sguardo al social più amato: curiosare sui profili degli altri, vedere cosa hanno pubblicato, cosa stanno facendo, cosa pensano.Facebook è quella finestra sul mondo che ci permette di confermare i contatti con le persone che ci circondano, ci permette di condividere le nostre opinione, passioni, foto, colazioni, pranzi e cene.
Quanti di voi la mattina aprono Facebook per sapere cosa è successo nel mondo?
Tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo un profilo Facebook e siamo degli utenti attivi, ognuno nella sua modalità.
Le modalità d’uso di Facebook
Il gruppo del buongiorno: quegli utenti che, con personaggi animati o gatti o cani, intenti in un gran sbadiglio, non sono ancora pronti per iniziare la giornata.
Il gruppo dell’identificazione nelle persone vere e l’odio compulsivo per le persone false “Io sono me stesso. Io non sono una persona falsa”, minacciando gli amici virtuali di una bella pulizia, che non avverrà mai.
Il gruppo degli indignati, coloro che commentano ogni accaduto sul nazionale e sul locale, coloro che condividono catene su tumori, “Scrivi amen e condividi se sei indignato”. Il loro obiettivo è mostrare al mondo quanto siano onesti e quando gli “altri” non siano persone da premio della Pace. Per non parlare dei politici e degli immigrati, per il gruppo degli indignati, il piatto preferito.
Sono tantissimi gli utenti “facebukkiani” che sono pronti con il loro click a commentare, un like, una foto di Padre Pio, foto glitterate con font pacchiani ed immagini in bassa risoluzione piene zeppe di cuori, cani stilizzati, gatti e sticker sorridenti.
Mago Merlino contro Maga Magò
Tutto questo per un semplice motivo: Facebook è diventato quel momento di condivisione, che prima accadeva nelle case, o negli uffici o nei bar. Facebook accompagna la nostra vita quotidiana, permettendo di condividere in maniera rapida e semplice, adatta a tutti, qualunque cosa. Un percorso guidato, in cui nessuno può sbagliare. Il motivo è piuttosto semplice: noi siamo animali sociali, abbiamo sempre comunicato e condiviso, e continuiamo a farlo anche attraverso Facebook.
Ora se parliamo di intrattenimento e svago, ok… se invece vogliamo comunicare efficacemente e uscire dalle “camere dell’eco” create dall’algoritmo è certamente necessario un altro strumento.
L’algoritmo di Mago Merlino, Mark Zuckemberg, ormai è chiaro che ci fa incontrare in gruppi sempre più ristretti e di persone simili, un meccanismo che sembra farci girare velocemente come i topolini nella rotellina. E soprattutto non sembra conferire alcuna autorevolezza al messaggio. Sarebbe auspicabile passare dai media sociali di intrattenimento ai media civici plurali: luoghi in cui la pluralità, l’incontro fra opinioni diverse, il metodo scientifico applicato alla diffusione delle notizie sono la nuova ecologia dei media. (Qui abbiamo trattato l’ultimo aggiornamento dell’algoritmo di Facebook: “Chi Danneggia il cambio d’algoritmo di Facebook?”)
Cittanet propone la sua formula magica, Mago Merlino contro Maga Magò: perché non diventare proprietari dello strumento che utilizziamo per comunicare? Perché non aprire un blog ed esprimere se stessi a 360 gradi?