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Cittanet e la Libertà

L’articolo 21 della Costituzione Italiana così recita: 

“Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.

La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.”

Sin dalla sua nascita, nel 2001, Cittanet si propone come libero mezzo di espressione di informazioni ed idee, consapevole che nell’ultimo ventennio i media si sono moltiplicati, così come si sono moltiplicati i flussi di informazioni che hanno bisogno di nuovi e diversi luoghi in cui potersi esprimere. Cittanet è ora resta in ascolto, sul ponte che separa le frontiere, per cogliere il mormorìo delle acque che desiderano farsi laghi e farsi luoghi, affinché la libertà non sia solo una libertà detta ma una libertà fattiva, reale. Per farsi garanti di libertà è necessario continuare ad interrogarsi, esplorare ed interagire nelle comunità, per comprendere quali sono gli argini da abbattere e quali i ponti da costruire.

La libertà, infatti, è sì un diritto inalienabile ma in troppi tratti alieno, nel senso latino del termine estraneo, senza intimità, finanche incompatibile.

Incompatibile con cosa?

Con quello che è lo schema dominante, incasellato, geometricamente definito tale da poterlo metaforizzare con una ampia, liscia, perfetta pavimentazione. Funzionale e necessaria, certamente, per poter poggiare i piedi su qualcosa di sicuro, ma inevitabilmente invecchiabile, soprattutto mortificante quello che non è logico, che non è matematico, che non è così facilmente gestibile dall’alto, perché dall’alto non c’è crescita: essa parte bottom-up, dal basso, s’autoinventa e s’innalza, e allora può essere riconosciuta e razionalizzata.

Dunque, ora come muoversi su mattonelle sempre più lisce, scivolose, prodotte in serie e prive di colore? Tralasciando l’idea di smontare tutto e tornare alla terra brecciata, si fa forte la necessità di agire diagonalmente, nelle scanalature, nelle intercapedini, incanalando i microflussi di pensiero, per sfuggire alla geometrizzazione asettica e sfociare in un ordine generato dal Caos: un Caos finalizzato esso stesso a divenire ordine, ma libero di essere movimento e mutamento. Non vi è una sola o poche voci, ma una congerie vasta e differenziata di più e più voci che solo risuonando insieme possono, dal Caos, generare armonia.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

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