Diventare editori di se stessi, superare la crisi editoriale con il Blog

Diventare editori di se stessi, superare la crisi editoriale con il Blog

“La fine del giornalismo è vicina, chiudete tutte le redazioni perchè internet ci sostituirà tutti!”

Questo è quello che si sente dire, l’abbiamo detto più volte, ne abbiamo parlato e discusso, ma alla fine non sembra che il giornalismo possa davvero finire, piuttosto sembra trasformarsi. Il giornalismo non potrà dissolversi nel nulla per una semplice motivazione: la necessità di informarsi non si è mai placata, anzi, piuttosto parliamo di un suo aumento.

Le proposte di Cittanet: il giornalismo partecipativo e il blog

Quando si parla di giornalismo partecipativo si intende la partecipazione attiva del lettore che diventa reporter delle sue informazioni.

In questo articolo ci siamo focalizzati sul perchè il giornalismo partecipativo possa essere una soluzione. Cittanet propone la creazione di uno spazio riservato solo agli utenti che diventano reporter per un giorno. Lo abbiamo chiamato Spazio Aperto, una colonna riservata solo agli utenti, parlando di quella forma di giornalismo adatta all’era della condivisione: il giornalismo partecipativo.

Oltre al giornalismo partecipativo, il blog potrebbe essere la soluzione alla famigerata crisi editoriale.

Il blog, in precedenza, lo abbiamo definito uno strumento per diventare liberi. Perchè tutto questo dovrebbe aiutare l’editoria? Perché appena acquistato il dominio, il blog è vostro, potete decidere come e quando gestirlo, di cosa parlare, quando parlarne. Nessuno che vi censura, nessuno che vi dice di cosa e come trattarlo, il blog è vostro e siete voi i padroni di voi stessi. Pensate al blog come ad un post su Facebook: quando avete qualcosa che proprio non vi va giù, o qualcosa di tanto bello da volerlo urlare, la prima cosa che fate è pubblicarla su Facebook. Ecco il blog deve e può diventare uno strumento paritario rispetto a Facebook, anzi con una marcia in più. Il blog è la cornice adatta per esprimere i vostri pensieri, una “piazza autorevole” in cui dire la vostra, non un social da ragazzi. Il blog è su google, quindi tutti possono ricercare, con gli accorgimenti adeguati, i vostri pensieri: su Facebook, grazie al famoso algoritmo, si creano gruppi chiusi, dove creare una discussione tra pensieri diversi risulta davvero difficile. (E a proposito di Facebook e blog leggi qui.)

La logica resta la stessa del giornalismo partecipativo: il blog è uno strumento per fornire informazioni. L’utente diventa portavoce di se stesso e racconta di sè, delle sue esperienze e delle sue idee.

L’innovazione è un motore che non si arresta, quindi perchè non prendere gli aspetti positivi e usufruirne? La democraticità del mondo del web permette a tutti la libera espressione, permette di fare informazione senza essere iscritti ad un albo. Bastano due o tre click per diventare “Editori di se stessi”. Perchè se lo strumento è proprio, non si è un po’ editori?

 

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